PILLOLA MAG 18

IGIENE AMBIENTI DI LAVORO – CLIMATIZZAZIONE – RISCHIO BILOGICO

Alle porte della bella stagione e della conseguente ormai prossima possibile attivazione degli impianti di climatizzazione / condizionamento, è opportuno e utile tornare sull’argomento importantissimo della loro corretta manutenzione.

Il D.Lgs. 81/08 (che ha da poco compiuto i suoi 10 anni di vita) stabilisce a carico del datore di lavoro che i luoghi di lavoro devono avere i requisiti e seguire i dettami riportati in allegato IV.

Al paragrafo 1.9 si parla del microclima ricordando l’importanza della garanzia di superfici apribili a sufficienza o in caso queste non siano sufficienti, di un impianto di aerazione che garantisca un adeguato ricambio d’aria. Tale condizione è la migliore prevenzione di disagi e disturbi legati alla concentrazione di inquinanti di origine chimica (es. processi, lavorazioni, attività svolte in ambiente chiuso) o biologica (presenza di persone o animali) oltre che condizione necessaria a mantenere un corretto bilanciamento dei gas nella miscela dell’aria (ossigeno, CO2 in particolare). I rigori invernali o l’afa estiva NON devono MAI farci dimenticare quanto sia importante un ricambio d’aria ripetuto durante la giornata di lavoro, in particolare dove l’eventuale impianto è di sola climatizzazione e non apporta aria primaria dall’esterno.

Al punto 1.9.1.4 l’allegato specifica proprio sugli impianti che “gli stessi … devono essere periodicamente sottoposti a controlli, manutenzione, pulizia e sanificazione per la tutela della salute dei lavoratori” e al punto successivo che “qualsiasi sedimento o sporcizia che potrebbe comportare un pericolo immediato per la salute dei lavoratori dovuto all’inquinamento dell’aria respirata deve essere eliminato rapidamente”.

Per entrambe queste condizioni vengono spesso coinvolti soggetti esterni all’azienda (imprese di pulizie e termoidraulici) cui vengono affidati gli interventi di controllo e manutenzione periodica delle macchine di climatizzazione con relativo smontaggio e pulizia dei filtri.

Nel corso della nostra attività di Servizio di Prevenzione e Protezione in particolare sugli impianti di climatizzazione abbiamo negli anni purtroppo constatato che assai spesso:

  • il controllo non viene svolto con sufficiente frequenza (in particolare nel caso delle macchine in pompa di calore si tratta di apparecchi con un migliaio di ore di lavoro e di conseguenza decine di migliaia di metri cubi di aria filtrata), limitato spesso ad un intervento all’anno;
  • le operazioni sono di solo controllo visivo e pulizia meccanica (quando va bene in aspirazione, spesso in soffiatura con conseguente deformazione delle maglie del filtro e imbrattamento con oli provenienti dall’aria compressa utilizzata);
  • nel migliore dei casi si utilizzano prodotti detergenti o sanificanti, distribuiti solitamente mediante diffusione spray senza di conseguenza la certezza di aver raggiunto l’intera superficie del filtro);
  • non vi è supervisione dell’attività dell’addetto, spesso costretto a ritmi sostenuti per il gran numero di macchine da verificare o non sufficientemente istruito sulle corrette prassi operative;
  • non vi è alcun controllo post intervento sull’efficacia delle operazioni di sanificazione.

Analoga considerazione può essere fatta più in generale sulle attività di pulizia delle superfici con particolare riguardo agli oggetti che più frequentemente si toccano (maniglie, tastiere, telefoni, ecc.) con il risultato che quotidianamente inconsapevolmente contaminiamo la cute e conseguentemente con le mani poi gli occhi, la bocca, ecc. sia di inquinanti chimici presenti sia di microorganismi alcuni dei quali possono essere causa di disturbi o patologie.

E’ importante pertanto:

  • rivolgersi a soggetti (interni o esterni che siano) affidabili, ben organizzati ed attrezzati, specializzati;
  • pianificare già sul contratto d’appalto le attività con la giusta frequenza e dettagliando le modalità operative;
  • garantire un controllo a campione sulle parti oggetto di pulizia prima e dopo l’intervento;
  • programmare periodico monitoraggio biologico di superfici (es. scrivanie) e impianti (con attenzione particolare agli impianti a canali d’aria dove si possono verificare le condizioni per la colonizzazione del batterio della Legionella);
  • sensibilizzare il personale sull’importanza delle corrette prassi di igiene personale, sull’uso di soluzioni sanificanti pronte all’uso e sulle regole di condivisione di parti e attrezzature comuni con strumenti informativi o incontri formativi.

Per approfondire assieme il tema contattateci: davide@progettosicurezzaambiente.it

 

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