Pillola APR 20

EFFETTO COVID…si può aspettare?

Questo uragano biologico che ci sta travolgendo costringendoci nelle nostre case ha portato qualche insegnamento e anche molte conseguenze per tutti noi, non solo nella vita privata ma anche sul lavoro (per i fortunati che lo manterranno) ed indubbiamente anche nel settore di cui PSA ama occuparsi, quello della tutela della salute, sicurezza ed ambiente.

Parto con gli “insegnamenti” che io ho tratto (limitandomi a quelli … professionali):

  1. Tutelare l’ambiente significa al contempo tutelare la sicurezza e salute umana: è ormai certa l’origine del virus, partito da specie selvatica, un pipistrello, oggetto di caccia in ambiente naturale e portato in ambiente urbano vivo per la vendita in mercati affollati, privi di standard igienici (oltre che di corrente elettrica, cosa che induce i commercianti a vendere animali vivi macellandoli al momento…). Ogni qualvolta abbiamo la presunzione o la distrazione che ci inducono a pensare come ininfluenti le conseguenze sulle matrici ambientali degli impatti indotti dalle nostre attività, solo perché non ne cogliamo nell’immediato e nelle vicinanze la portata, ci dimostriamo cinici e miopi e non stiamo garantendo un futuro né alle generazioni future né alla nostra azienda. Una condotta basata sulla sostenibilità e sul rispetto dell’ambiente è l’unica strada possibile, non solo più etica ma anche più lungimirante.
  2. I costi della gestione emergenziale, della protezione sono immensamente maggiori di quelli che richiederebbero azioni di prevenzione. Le più autorevoli fonti scientifiche da tempo avevano portato all’attenzione dei governi le criticità di molte aree del mondo, di pratiche scorrette e la pericolosità dei coronavirus e avevano indicato azioni sia di contenimento del rischio che di preparazione a pandemie come l’attuale: inascoltate! Nel nostro piccolo e quotidiano lavoro di SPP penso a tante occasioni in cui siamo altrettanto inascoltati: purtroppo vengono sottovalutati alcuni rischi (il biologico e l’ATEX sono due esempi lampanti) solo perché non si sono verificati eventi di un certo tipo in azienda o perché si giudica troppo oneroso porvi rimedio preventivamente salvo poi trovarsi a gestire il caso inaspettato con costi che di norma non sono nemmeno comparabili (pensiamo alle conseguenze di un’esplosione o di una morte per una mancata vaccinazione al tetano o di una intossicazione alimentare per mancato rispetto delle prassi di corretta igiene alimentare in azienda). Le analisi di business continuity fin qui condotte credo abbiano molte cose su cui riflettere, molti scenari ed aspetti che è prudente iniziare a considerare…
  3. La scarsa preparazione, la confusione tra cosa è un DPI e cosa no, lo scarso o nullo addestramento, hanno causato molte vittime “professionali” (medici, poliziotti, vigili, farmacisti, ecc.): dobbiamo tutti recuperare l’importanza vitale di essere competenti e pronti di fronte ai rischi cui il mestiere ci espone, anche e soprattutto quando siamo in emergenza. Simulazioni, corsi, prove pratiche non sono tempo perso ma un’assicurazione sulla vita!
  4. Lavoro e salute devono andare assieme: il protocollo siglato tra le parti sociali per garantire il proseguo delle attività in tempi di COVID ma soprattutto l’impegno a rispettarne i contenuti da parte di tutti (lavoratori, preposti, aziende) stanno a dire che gli ambienti di lavoro possono e devono essere luoghi sicuri e salubri dove è possibile condurre l’attività economica senza mettere a repentaglio l’incolumità delle persone. Speriamo vi sia convergenza tra autorità sanitarie e politiche e si possa presto riprendere la vita ed il lavoro in azienda, linfa altrettanto importante dei valori di cui ho già ricordato l’essenzialità: ambiente e sicurezza.

Venendo alle conseguenze normative dirette sui temi della sicurezza e dell’ambiente riassumo quanto emerso da recenti disposizioni governative e orientamenti regionali:

  • la scadenza della denuncia rifiuti (MUD), prevista per il 30 aprile, è prorogata al 30 giugno…detto questo poiché i dati dovrebbero già essere in vs possesso e la trasmissione è in modalità telematica riteniamo saggio inoltrarla. Se  ritenete utile o necessario in ns supporto (normalmente è occasione per un controllo di corretta tenuta dei registri) Michele è a vs disposizione (michele@progettosicurezzaambiente.it)
  • le scadenze degli impianti e dotazioni soggetti a verifica e manutenzioni di parte terza (impianto di terra, mezzi di sollevamento, serbatoi in pressione, estintori, ecc.) comprese tra il 31 gennaio ed il 15 aprile vengono di fatto prorogate al 15 giugno: la Regione Veneto chiede l’impegno a completare le attività manutentive e di controllo “saltate” per il “blocco sanitario” non appena ripristinate le normali condizioni operative.
  • il mancato rispetto delle scadenze della formazione (aggiornamenti) non sarà contestato e andrà “sanato” non appena le condizioni lo consentiranno. La formazione di base andrebbe invece garantita (salvo dire che alcuni corsi come la specifica operai non sono compatibili con l’e-learning quindi dirlo e facile, applicarlo molto meno…)
  • le visite mediche periodiche (e relativi accertamenti sanitari) possono essere differite fino al termine dell’emergenza sanitaria mentre vanno garantite le preventive, quelle su richiesta e quelle per ripresa dopo i 60 giorni di assenza per malattia o infortunio.

Un caro saluto da tutto il team di PSA cui potete continuare a scrivere anche in questo difficile periodo.

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