PILLOLA FEB 23

OBIETTIVO BENESSERE: I RISCHI PSICOSOCIALI

La recente entrata in vigore della Convenzione ILO (n° 190/19) sull’eliminazione delle molestie e discriminazioni dagli ambienti di lavoro (29/10/22) mi dà l’occasione per tornare su un tema a me caro, il benessere del lavoratore. Partiamo proprio da una sintesi ragionata della convenzione, già ratificata dall’Italia con L. 4/21 che ha stabilito siano i datori di lavoro a dover valutare questo rischio nell’ambito del documento aziendale predisposto per il D.Lgs. 81/08. Come avviene pertanto per ogni altro rischio l’azienda si deve dare strumenti che consentano di mappare le situazioni di pericolo necessariamente favorendo segnalazioni anonime da parte dei lavoratori riguardo “pratiche e comportamenti inaccettabili o la minaccia di porli in essere sia in unica occasione che ripetutamente, che si prefiggano, causino o possano comportare un danno fisico, psicologico, sessuale o economico. Include la violenza e le molestie di genere”, questa la definizione internazionale di molestia.

Al segnalatore dovrà essere garantita la massima riservatezza e tutela (già per la 231 ci siamo misurati con la normativa europea del whistleblowing, il principio rimane quello.) e dovrà essere chiaro che è interesse comune si segnalino eventi non solo che lo riguardano direttamente ma anche qualora sia stato testimone o semplicemente ne sia venuto a conoscenza.

Gli ambiti di interesse della convenzione riguardano il contrasto ad atteggiamenti non rispettosi per:

  • la diversità culturale, ad esempio collegata alla provenienza da contesti diversi
  • la disabilità (patologie gravi, menomazioni fisiche, limitazioni sensoriali o motorie)
  • la persona (aspetto fisico, capacità di espressione)
  • la diversità di genere (identità di genere ed orientamento sessuale)
  • dignità del lavoro e ruolo (contratto meno tutelato, mansione più umile, inquadramento di livello, ecc.).

E’ quanto mai importante che l’azienda innanzitutto esprima nei propri documenti di policy la propria posizione in merito ma soprattutto sia pronta a prendere decisioni e pianificare/attuare azioni che siano di sensibilizzazione, prevenzione, contrasto, punizione a coloro che in azienda si rendano protagonisti di molestie.

Torniamo ora all’altro grande tema ormai storico nelle aziende, quello della valutazione dello stress lavoro correlato. Su questo fronte lo strumento consolidato anche se spesso poco utile ed efficace è la check list INAIL riguardo i fattori indiretti (indici occupazionali, fattori di contesto e di contenuto) ampiamente utilizzata e che di fatto consente all’azienda di adempiere all’obbligo normativo e classificare in modo intuitivo e immediato i livelli di rischio. Quante volte però ne abbiamo dovuto constatare sul campo l’inadeguatezza di fronte a situazioni palesemente “tese” che poi rientravano dopo la compilazione nel rischio basso…

Ebbene a mio modesto avviso quella dello stress è una delle valutazioni che più agevolmente possiamo trasformare da adempimento legale a grande opportunità di crescita, di scambio di idee, di opportunità di miglioramento. Se condotta con strumenti che favoriscano una maggiore partecipazione (questionari, interviste, colloqui individuali, ecc.) diventa fonte di azioni che portano a fidelizzazione, efficientamento, spirito di gruppo, ecc.

Il suggerimento quindi è di sfruttare ogni occasione utile per creare spazi e tempi di ascolto e condivisione partendo dai momenti di aggiornamento del documento (INAIL indica nel triennio la periodicità in caso di rischio basso). Si potrà coinvolgere un professionista (psicologo del lavoro) per aiutarci a raccogliere al meglio i frutti di questo lavoro, migliorando il clima aziendale, contrastando fenomeni di “noia” da abitudine,  introducendo strumenti di gratifica non solo economici ma legati al bagaglio di competenze ed esperienze che i lavoratori mettono a frutto nel tempo. Parlatene con il vs RSPP e studiamo il percorso più consono ed efficace in funzione della singola realtà aziendale. Non facciamoci scappare l’occasione di dare a ciascuno un ambiente di lavoro in cui si va il più possibile volentieri ogni giorno a dare il proprio contributo.

PillolaFEB23_psicosociali

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