PILLOLA GIU 21

RISCHIO INALATORIO DA SOSTANZE CHIMICHE

Lo scorso 18 maggio i ministri Speranza e Orlando (Sanità e Lavoro) hanno recepito (sentito il comitato scientifico e di intesa con le Regioni) quanto indicato in direttiva UE 2019/1831 andando in tal modo ad aggiornare l’allegato XXXVIII del testo unico sulla sicurezza (D.Lgs. 81/08) che ora è allineato al quinto elenco europeo di valori limite di esposizione professionale.

Vale la pena approfittare di questa occasione per ricordare che:

  • i valori riportati in allegato sono legali e vincolanti e non costituiscono (come ad esempio i TLV – TWA) un’indicazione scientifica di carattere epidemiologico e sanitario;
  • in allegato diversi sono i limiti più restrittivi rispetto alla letteratura scientifica (es. monossido di carbonio)
  • in molti casi la norma prevede il limite sulle 8 ore e/o nel breve periodo (per esposizioni legate ad esempio a manutenzioni di durata limitata) in modo non sempre coerente con quanto emesso ad es. da ACGIH (autorevole agenzia americana che da anni fa testo anche nei tribunali) come nei casi dell’argento o dell’ossido di calcio.

Riassumiamo quindi come è bene procedere per disporre dei dati necessari ad una buona valutazione del rischio inalatorio (parte del più complesso lavoro di valutare l’esposizione totale del personale ai rischi per salute e sicurezza legata alla presenza ed uso dei prodotti chimici):

  1. esaminare le sostanze contenute nei prodotti acquistati (da scheda di sicurezza) concentrandosi su tutti quelli che per loro natura o per le caratteristiche delle lavorazioni in cui vengono usati possiamo ipotizzare vengano a rendersi disponibili in aria (evaporazioni, nebulizzazioni, ecc.)
  2. stimare quali sostanze o famiglie di composti possano formarsi dai processi e lavorazioni (disponibile ampia letteratura a riguardo)
  3. quantificarne la presenza con campionamento ed analisi commissionate a laboratorio possibilmente accreditato per ricercare quegli elementi o composti (il mancato accreditamento pone una questione non secondaria di contestabilità del dato…)
  4. confrontare i risultati in concentrazione con i valori limiti di esposizione professionale e, solo ove essi non disponibili, con i valori indicati in letteratura
  5. attivare azioni mirate urgenti e tempestive laddove si dovessero riscontrare superamenti o situazioni di dubbio superamento coinvolgendo subito sia l’RLS che il medico competente oltre ovviamente al SPP
  6. riprogrammare le misurazioni in funzione degli esiti della sessione precedente seguendo le indicazioni della norma UNI 689/19 (se non si hanno superamenti è previsto un intervallo tra i 12 e i 36 mesi per la ripetizione)

Alcuni accorgimenti utili ad una campagna di misurazioni rappresentativa:

  • numero e collocazione dei campioni il più possibile in linea con le indicazioni della UNI 689 che “ragiona” in termini statistici … assai oneroso seguirla del tutto ma attraverso la ripetizione nel tempo delle misure si ottiene comunque una “fotografia” via via più attendibile che consente di collocarsi sempre più in modo certo in una delle fasce di esposizione attesa (importante in particolare capire la rilevanza dell’esposizione che ormai è consolidato attestarsi al 10% dei valori soglia)
  • privilegiare campionamenti personali su quelli fissi per “seguire” abitudini e spostamenti degli operatori svincolandosi da postazioni “forzate” a bordo macchina o lavorazione dove magari la permanenza è limitata e discontinua
  • evitare il campionamento su personale fumatore che potrebbe “falsare” il risultato in particolare sui parametri polveri, metalli, idrocarburi, ecc.
  • garantire una durata di campionamento adeguata così da avere un volume prelevato che consenta un rilievo attendibile dell’inquinante ricercato….questo è un tema assai sensibile perché fare campionamenti più lunghi significa riuscirne a fare un minor numero nella stessa giornata e quindi avere costi maggiori…è elemento da valutare attentamente in parallelo all’importo che il laboratorio propone. Spesso la scelta meramente economica pone poi un quesito “inquietante”: il dato rilevato è “spendibile” e incontestabile in sede di contenzioso (ad esempio per malattia professionale?)

Per ogni dubbio in merito e per chiedere assistenza nella realizzazione di campagne di campionamento potete rivolgervi al dott. Andrea Maroso (andrea@progettosicurezzaambiente.it)

PillolaGIU21_chimici

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