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SOSTANZE CHIMICHE ED INCIDENTI RILEVANTI

 

Gli incidenti industriali connessi all’uso e allo stoccaggio di sostanze chimiche sono stati causa nel mondo di danni ingenti e di moltissime vittime nel corso degli ultimi decenni.

La storia riporta casi di grande virtù come quello della Du Pont che da un grave incidente nei primi anni del ‘900, in cui perse la vita anche parte della famiglia fondatrice, raccolse la sfida della sicurezza arrivando ad essere leader nella lotta contro gli infortuni e nella promozione della cultura della sicurezza dentro e fuori l’azienda. Non mancano nemmeno casi rimasti impressi nella memoria come emblema della precedenza al profitto sulla sicurezza come il caso di Bohpal (1984) ancora oggi orfano della giusta ricompensa alle vittime.

L’Europa ha tratto insegnamento dal grave incidente occorso nel 1976 a Seveso e che causò vittime, malattie e inquinamento ambientale, per regolamentare in modo severo e rigoroso la convivenza tra attività cosiddette “a rischio di incidente rilevante” e la popolazione, dando vita ad un filone legislativo giunto recentemente alla terza generazione (Dir 2012/18/UE del 04/07/12). Il criterio che accomuna le versioni succedutesi rimangono la prevenzione degli incidenti attraverso una gestione sistematica e registrata degli impianti a rischio ma soprattutto la tutela della popolazione a partire dalla sua corretta informazione. Nell’ultima direttiva si è dovuto e voluto allineare questa normativa alla più generale rivisitazione della classificazione, etichettatura di sostanze e preparati pericolosi (CLP) con la necessità di ridiscutere soglie e classi di pericolo delle precedenti versioni.

In provincia di Vicenza sono una ventina i siti censiti ad incidente rilevante, distribuiti nelle diverse classi di obblighi in funzione delle quantità di sostanze pericolose presenti.

La riflessione che vorremmo indurre con questa newsletter è la seguente:

–      come vengono gestite in azienda le sostanze e preparati pericolosi: viene fatto il possibile per rendere gli incidenti meno probabili possibile?

–      sono state classificate e quantificate correttamente le mie sostanze anche secondo le nuove regole imposte dalla norma CLP?

–      c’è conoscenza delle attività e sostanze presenti nelle aziende confinanti e vicine? Sono presenti attività a rischio di incidente rilevante? E’ arrivata in azienda ed è stata divulgata una completa informazione dalle autorità sui comportamenti da tenere in caso di incidente?

Ci siamo infatti accorti che il rischio chimico viene spesso sottovalutato, che non c’è la consapevolezza delle ripercussioni per la salute, la sicurezza e la tutela dell’ambiente dell’uso incauto degli agenti chimici e soprattutto che c’è poca, pochissima informazione al di fuori delle aziende a rischio di incidente rilevante con la conseguenza di molte situazioni in cui ci si trova a lavorare nei pressi di una potenziale “bomba ecologica” senza nemmeno sapere quali siano i comportamenti di autotutela da adottare in caso di emergenza.

Al contempo e per finire ricordiamo che la nuova norma CLP non solo impatta sull’uso del prodotto e le contromisure da adottare per tutelare l’operatore ma può avere un risvolto legale pesante laddove un cambiamento della classificazione di una sostanza (ad esempio la formaldeide o l’alcool furfurilico) comporti:

–      una riclassificazione dei rifiuti prodotti in azienda (facendoli diventare pericolosi)

–      una ridefinizione degli obblighi di tutela dei lavoratori (ad esempio l’applicazione del capo II del titolo IX del testo unico sulla sicurezza, riguardante gli agenti cancerogeni)

–      l’applicazione di nuovi adempimenti come proprio la normativa “Seveso” o il regime di autorizzazione e restrizione previsto dal regolamento REACH.

Invitiamo quindi a dedicare la giusta attenzione nell’aggiornare e approfondire il tema dei “chemicals” in azienda e siamo a vs. disposizione per valutare se i requisiti legali applicabili sono stati correttamente adempiuti.

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